Intervento Ass. Zelli Covegno Maggio 2007

 Il geosito

“Le grotte – rifugio di Castiglione” Oasi storico-naturalistica

Forlì, 11 maggio 2007 Salone Comunale

 Intervento di apertura di

Gabriele Zelli

Assessore del Comune di Forlì

Da quando sono state individuate, sarebbe meglio dire riscoperte, le grotte – rifugio di Castiglione e in seguito ai due momenti svolti la scorsa settimana vengono avanzate alcune richieste di approfondimento. Il fatto che alcuni rifugi siano ben fatti e ben concepiti ha suscitato meraviglia e ha fatto pensare che si tratti di una tipologia più antica, rispetto a quelli realizzati durante il secondo conflitto mondiale. Forse di una tipologia già disponibile in altri punti del territorio e replicata, oppure si tratta di una preesistenza vera e propria. È per questo che è importante valutare, oltre alle indicazioni già emerse, la resistenza al tempo del materiale. Così com’è fondamentale raccogliere tutte le testimonianze di chi li ha utilizzati per salvarsi dai bombardamenti e dai cannoneggiamenti durante il passaggio del fronte.

Lo storico forlivese Gianluca Brusi in una nota che mi ha fatto pervenire si chiede e ci chiede, inoltre, se sia esistita una architettura rupestre delle prime colline forlivesi. Il cronista Giovanni di Mastro Pedrino nel 1441, durante la guerra di Antonio Ordelaffi tra Forlì e Castrocaro, ricorda la presenza della villa e le “tane” di Colmano: va ricordato che il parroco di Castiglione chiamava i rifugi bellici con lo stesso termine, cioè “tane”.

Peraltro, nella zona collinare di Castiglione va segnalata la presenza di uliveti ed ulivi secolari, ricordo di una economia dell’ulivo più che fiorente tra medioevo e rinascimento e citata da Flavio Biondo e dal geografo Leandro Alberti a metà ‘500. Ciò fa sorgere la domanda: esistevano frantoi in loco, magari anche rupestri?

Quindi la prima indicazione di questo convegno è che occorre continuare la ricerca storica legata al ruolo svolto dai rifugi nel 1944 e avviarne una andando più indietro nel tempo.

 

La rilevanza turistica

 

La vicinanza delle grotte con altri centri di rilevante interesse storico ha suggerito l’ideazione di percorsi storico-culturali, alcuni dei quali già menzionati in pubblicazioni come: la guida del comune di Forlì “Luoghi e memorie”, la relazione dei geologi Arfelli e Tomidei in occasione del congresso nazionale “Geologia e turismo”, tenutosi a Bologna nel mese di marzo, e il libro di Miria Gasperi “Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo”, edito dal “Ponte Vecchio” di Cesena.

 

Importante è l’inserimento del sito – da parte dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna – nel progetto regionale “Linea Gotica”, che contempla il recupero e la valorizzazione, a livello europeo, della linea fortificata tedesca sulla quale si fermò il fronte nell’inverno 44-45.

 

Per gli amanti dello sport c’è l’ipotesi di realizzare itinerari percorribili a piedi, in bicicletta o a cavallo, collegando le vicine zone di Monte Poggiolo, di Oriolo e della “gola” del Rio Cozzi.

 

Quindi si può ipotizzare uno sviluppo anche turistico di tipo eno-gastronomico, per la presenza di cantine vitivinicole e di aziende agrituristiche in grado di offrire vini di qualità e buona cucina romagnola.

 

Un’esperienza di progettazione partecipata

 

Durante la serata di venerdì 11 maggio 2007 è stato reso noto che dal settembre 2006 l’Associazione Amici di Castiglione si è resa disponibile a collaborare ad un progetto di tesi in composizione architettonica, condotta dalla studentessa Valentina Corzani.

 

Riprendo questa notizia utilizzando gli argomenti che sono contenuti in una documentazione presente in cartella perché merita di essere valorizzata.

 

L’obiettivo della tesi è quello di formulare un progetto di ripristino e salvaguardia dei rifugi di Castiglione e di ipotizzare l’allestimento di un’area museale in loco, rispondente alle potenzialità del sito e coerente con le indicazioni fornite dai principali attori interessati all’area: il Comune di Forlì, l’Associazione Culturale Amici di Castiglione, l’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, l’Istituto per la Storia della resistenza e dell’Età Contemporanea della provincia di Forlì-Cesena, il WWF Italia e gli abitanti del Comune di Forlì.

 

La progettazione che sta elaborando Valentina Corzani è una progettazione partecipata. Questo metodo, spesso di difficile attuazione, sembra possibile in questo particolare contesto che vede come principali protagonisti un gruppo di residenti molto sensibili alla salvaguardia del luogo, l’Amministrazione Comunale disponibile a coinvolgere la comunità nel progetto di recupero, incluse classi di studenti e insegnanti.

 

Il lavoro finora svolto ha cercato, in primo luogo, di censire l’opinione degli Enti coinvolti attraverso il dialogo con alcuni funzionari pubblici e, contemporaneamente, è stato svolto un sondaggio sull’opinione degli abitanti della zona e di Forlì attraverso la diffusione di un questionario a risposta multipla e aperta, redatto al fine di comprendere quale valore riconoscessero all’area le persone interpellate e quali problematiche e quali soluzioni auspicassero.

 

Secondo l’elaborazione di Valentina Corzani dei questionari, circa 130, è emerso il sostegno e l’interesse dei cittadini per un progetto frutto della collaborazione di Enti diversi, della Facoltà di Architettura di Cesena e dei cittadini di Forlì. Il campione interpellato ha riconosciuto all’area un forte valore storico-testimoniale e naturalistico e ha manifestato il desiderio che vengano attrezzati percorsi in sicurezza per visitare almeno alcune grotte. Viene suggerita l’installazione di una cartellonistica adeguata e considerato apprezzabile l’allestimento di un’area museale in loco, possibilmente ripristinando un edificio esistente.

 

Tutti gli elementi che in futuro l’Amministrazione Comunale terrà in considerazione. Mentre al momento il Comune si propone, secondo una scala di priorità e di scansioni temporali, di:

 

-         acquisire l’area boscata all’interno della quale si trovano le grotte-rifugio;

 

-         acquisire il terreno per realizzare lo stradello di accesso da via Castel Leone;

 

-         realizzare un percorso pedonale di collegamento fra le grotte-rifugio;

 

-         mettere in sicurezza e sistemare almeno 2 grotte-rifugio;

 

-         collocare la cartellonistica informativa;

 

-         acquisire una piccola striscia di terreno da adibire a parcheggio e punto di accoglimento;

 

-         pulire, esplorare e ripristinare le grotte rifugio attualmente non accessibili a causa dei franamenti che hanno ostruito gli ingressi;

 

-         realizzare il parcheggio per pochi posti auto a lato della via Castel Leone;

 

-         installare un chiosco per punto di accoglienza, ritrovo, centro di documentazione;

 

-         mettere in sicurezza e sistemare le grotte al fine di renderle tutte visitabili.

 

In ogni caso, per ora, l’obiettivo più importante è ottenere il riconoscimento di geosito per le grotte-rifugio di Castiglione.

 

Concludo ringraziando il presidente e i soci dell’Associazione Amici di Castiglione; i miei collaboratori Dott. Marcello Arfelli e il Dott. Stefano Tomidei, Alessandra Casadei Lelli e Debora Schiumarini, il dirigente Arch. Massimo Valdinoci e il Dott. Ercole Canestrini.

 

Un grazie particolare al GAL l’Altra Romagna e a Trascoop per il sostegno dato. Ringrazio, infine, i relatori di questa mattina.